Se il sociale è tutto ciò che riguarda le relazioni interpersonali, esso non può costruirsi sull’individualismo ma al contrario su di una forte solidarietà tra tutti gli attori della relazione societaria.
In un suo commento dell’articolo 2 del testo costituzionale, il prof. Antonio Amorth, già preside della facoltà di giurisprudenza di Milano, scriveva:
“… se l’uomo è riconosciuto, tutelato e rispettato nella sua dignità di uomo, lo è tuttavia in quanto uomo sociale, in quanto cioè lo si considera solidale col gruppo sociale e con la comunità nella quale è immerso e della quale deve essere attivo componente. Gli stessi diritti essenziali, come lo svolgimento -lecitamente preteso- della sua personalità, si colorano di questa solidarietà, perché né quelli debbono esercitarsi, né quella deve esplicarsi in maniera da infrangerli.
Ed è sulla traccia di questa accentuazione sociale che il principio in parola si può definire personalistico e non individualistico… E’ possibile infatti trovare una differenza tra individuo e persona… Espressione dell’individuo è appunto l’individualismo. Ora, la tramutazione dell’individuo in persona non significa altro che una costante accentuazione sociale della vita del singolo”.